Nuovo Corviale

Corviale è un quartiere di Roma assurto, suo malgrado, a simbolo della barbarie politica del nostro tempo, il suburbio per eccellenza, col suo mostruoso edificio lodato dai critici di architettura contemporanea in barba ai suoi effetti devastanti.

La politica incide sullo spazio della città, perché lo spazio urbano fa la politica: la democrazia è nata da una piazza e dagli incontri orizzontali che si svolgevano al suo interno. I collegamenti fisici fra le persone predeterminano, facilitano o impediscono le relazioni sociali ed economiche, i rapporti di forza, di sfruttamento o di condivisione. L’abitazione-colombario, incurante della bellezza e delle emozioni, della volontà e dei bisogni, è un simbolo di decisionismo dall’alto, in obbedienza a un culto ghettizzante che al proprio vertice pone l’èlite e la sua cultura, alla sua base le masse bisognose di un tetto, zonizzate, chiuse in un orizzonte materiale di necessità grigia come il cemento brutalista, senza remissione che non sia una finzione ipocrita.

Gli esseri umani hanno bisogno di un tetto e di un giardino, pane e rose, connessione intersociale vera, città autentica, politica quotidiana. Gli esseri umani hanno un’anima, ed essa è colorata. Gli esseri umani hanno bisogno del legno e della pietra, dell’acqua e della pianta, del luogo e della casa, e che essi riflettano il suo cuore.

[Qui http://www.ilcovile.it/news/archivio/00000592.html] il nostro progetto per un Nuovo Corviale. Con gli stessi fondi che l’ATER vuole dilapidare per “abbellire” un mostro che si sta sgretolando, consuma e inquina, avvelena lo spazio e i sistemi neurofisiologici di chi lo subisce, possiamo creare un ambiente biofilico degno di essere vissuto, senza lasciare gli attuali inquilini di Corviale un solo giorno senza abitazione. Vedere per credere.

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